SETTEMBRE
2020
Un pianeta, la Terra, oltre i limiti dei cambiamenti
climatici. Un fiume, il Firth, che con il suo scorrere rappresenta
la vita, la storia, il tempo. Una fontana, quella del mito ovidiano
di Salmace ed Ermafrodito, e una pianta gigante (Heracleum Mantegazzianum),
importata per decorare un tranquillo giardino botanico ma rivelatasi
infestante e dannosa. Un vulcano, forse vero o forse onirico, con
le stesse scosse, esplosioni e suoni di uno spartito, di una musica,
di una band: i Genesis.
Francesco Gazzara, pianista e
compositore, presenta DANCE ON A VOLCANO - Gazzara Plays Genesis,
in una doppia performance serale dedicata ai rapporti del leggendario
gruppo prog rock con il naturalismo e la mitologia classica, venerdì
11 settembre (ore 20.00 e ore 21.00) nella Chiesa
di San Giovanni Battista, Borgo di Cesano (RM). Il concerto
fa parte della rassegna Il Viandante Sulle Mappe: Scienza, Arte
e Letteratura 2020 curata da Ti con Zero con il patrocinio del Comune
di Roma e della S.I.A.E.
Partecipanti max 40 (come da norme anti-Covid)
per ogni performance (durata 30 minuti), entrata gratuita, prenotazione
obbligatoria al numero: 349 8728813.
NOVEMBRE 2019
Il 9 gennaio del 1970 i Genesis
entravano per la prima volta nei BBC Studios di Londra per registrare
la prima di tre session – l’ultima risale al maggio
del 1971 – nei gloriosi studi radiotelevisivi inglesi. Quattro
tracce scritte per un documentario sul pittore Mick Jackson, un
materiale che negli anni a seguire venne ampiamente riutilizzato
dalla band nei suoi album storici, da Nursery Cryme a The
Lamb Lies Down On Broadway. L’era era quella di Trespass
e la stagione che fioriva era quella del progressive rock inglese.
Esattamente 50 anni dopo, simbolicamente lo stesso
giorno, il 9 gennaio 2020, esce HERE IT COMES AGAIN, secondo album
acustico-orchestrale (CD digipack e digitale, label IRMA Records)
del progetto Gazzara Plays Genesis che torna a
rivisitare lo storico gruppo britannico con nuove rivisitazioni
arrangiate e dirette dal pianista e compositore Francesco
Gazzara (Gazzara, The Piano Room, Hammond Express).
Dopo il successo del primo episodio – il
doppio PLAY ME MY SONG pubblicato nel 2014 – Gazzara
Plays Genesis dedica sempre la sua attenzione al repertorio
1971-1980 della band inglese ma con un paio di variazioni importanti
ripetto al tribute album precedente. La prima riguarda la tracklist
che contiene sia delle perle assolute – in alcuni casi anche
rarità mai eseguite dal vivo dai Genesis, come “Heathaze”
(da Duke) e “Undertow” (da …And Then
There Were Three) – che una trascrizione pianistica integrale
della suite “Supper’s Ready” (oltre 23 minuti,
da Foxtrot). La seconda novità è negli arrangiamenti
del nuovo disco, più ricco di sonorità prog dell’epoca
– Hammond, Mellotron, Rhodes, ARP synth, oltre a chitarre
elettriche e acustiche, basso elettrico e bass pedals – che
contornano la presenza costante del pianoforte (un Bechstein a coda
restaurato risalente al 1878) e degli strumenti orchestrali, questa
volta presenti come solisti ognuno in un brano diverso.
HERE IT COMES AGAIN (che cita nel titolo una frase
del testo di “The Musical Box” dei Genesis, laddove
PLAY ME MY SONG si riferiva alla prima parte della stessa frase)
è un album ricco di dettagli: ancora una volta non soltanto
“i Genesis al pianoforte” ma qualcosa di più
profondo ovvero la colonna sonora di film immaginario dedicato al
repertorio “prog” della storica band, periodi pre e
post Gabriel compresi, almeno fino al 1980. Scorre così
la tracklist in ordine cronologico, partendo da “The Musical
Box” - affidata alla chitarra elettrica di David Giacomini,
al flauto di Dario Cecchini e al clarinetto di
Valerio Sanna - e arrivando subito a “Supper’s
Ready” a sua volta divisa in sette sezioni, esattamente come
l’originale, con un caleidoscopio di strumenti “vintage”
tra cui figurano anche una melodica e le campane tubulari. Altra
novità assoluta nel progetto Gazzara Plays Genesis è
la presenza della sezione ritmica in un brano, assolutamente protagonista
in “I Know What I Like (In Your Wardrobe)” – il
primo tentativo di hit dei Genesis datato 1973 – con il cajon
di Mauro Mirti e il basso elettrico di Massimo
Sanna. La chitarra di David Giacomini torna
invece in primo piano su “The Carpet Crawlers” con una
sonorità coinvolgente che richiama sia Steve Hackett che
Robert Fripp. Il passaggio all’era di Phil Collins arriva
con “Dance On A Volcano” in cui è protagonista
la viola di Giulia Nuti che, oltre alle parti soliste
e vocali, esegue anche un assolo in coda al brano che a sua volta
accenna a “Baba O’Riley” dei The Who. Neanche
il tempo di abituarsi all’avvento di A Trick Of The Tail
che torna per un attimo The Lamb Lies Down On Broadway
con un rapido accenno alla celebre introduzione pianistica di Tony
Banks che sfocia alla fine nelle citazione delle prime note di “Ripples”:
un tributo anche all’arte magica del “medley”
dei Genesis. Archi in primo piano nelle successive tre canzoni,
il violino di Fabrizio Paoletti su “Eleventh
Earl Of Mar” e il violoncello di Giorgia Pancaldi
su “Afterglow” – entrambe da Wind&Wuthering
– oltre al contrabbasso di Stefano Corato
in “Undertow”, ennesimo brano firmato da Tony Banks
su ..And Then There Were Three. In chiusura torna
il primo ospite solista del disco, Dario Cecchini,
questa volta con il sax soprano sulle note di “Heathaze”,
gemma assoluta di Duke che è anche l’album
da cui è tratta la conclusione solo pianistica di HERE IT
COMES AGAIN: “Guide Vocal”. Infine il progetto grafico:
come PLAY ME MY SONG anche HERE IT COMES AGAIN presenta un acquerello
dell’artista Ugo Micheli, ispirato ad alcuni
particolari delle copertine originali degli album dei Genesis che
contengono i brani rivisitati. Un tributo quindi anche agli artisti
Paul Whitehead, Colin Elgie e Lionel Koechlin.
Francesco Gazzara è già
attivo dal vivo con un piano recital che comprende entrambi gli
album pubblicati come Gazzara Plays Genesis – oltre a qualche
inedito - nel consueto viaggio acustico tra atmosfere oniriche e
cinematografiche, corredato come sempre da un pizzico di campagna
inglese nel mezzo.
FEBBRAIO 2017
Live review su CLASSIC ROCK del concerto di "Play Me My Song"
del 21 gennaio 2017 al Riverside di Roma
MARZO 2016
Ciao a tutti! Ecco un'intervista che ho realizzato per la rivista
di musica e alta fedeltà SUONO #510 di novembre, in cui si
parla ovviamente della realizzazione di Play Me My Song
ma anche di altri aspetti della mia carriera musicale...
MARZO 2015
Ciao a tutti! Sono passati alcuni mesi della pubblicazione
dell'album e così ho pensato di raccogliere e inserire sul
blog le recensioni di Play Me My Song pubblicate finora,
tutte molto positive, iniziando da quelle cartacee. Buona lettura!
SUONO #492
(ita) nov 2014 |
AUDIO REVIEW
(ita) dic 2014 |
CLASSIC ROCK
SOCIETY
(uk) gen 2015 |
EMPIRE #108
(ger) nov/dic 2014 |
DUSK #78
(ita) dic 2014 |
PROG #53
(uk) feb 2015 |
CLASSIC ROCK
(ita) gen 2015 |
MONDO AGRICOLO
(ita) dic 2014 |
NOVEMBRE 2014
Il 4 novembre del 1969 i Genesis
tennero il loro primo concerto, alla Brunel University di Londra,
nel Middlesex. Una data storica, considerata la carriera futura
di una delle più longeve e prolifiche band della stagione
del progressive rock inglese. Esattamente 45 anni dopo, simbolicamente
lo stesso giorno, esce il doppio album orchestrale (cd digipack
e vinile gatefold, label IRMA Records) "Play Me My Song"
(Gazzara Plays Genesis), che celebra lo storico gruppo con una serie
di rivisitazioni arrangiate dal pianista e compositore Francesco
Gazzara (GAZZARA, Hammond Express, The Piano Room).
E' stato un pianoforte Bosendorfer Grand
Coda ad avviare, circa 12 mesi prima, il progetto Gazzara
Plays Genesis: 19 tracce della leggendaria band inglese scelte accuratamente
dal periodo 1971-1980. Come location della session pianistica
è stata scelta la Sala Assunta (all'interno
dello Stato Vaticano), dotata di gran reverbero naturale e sede
di innumerevoli registrazioni storiche (Quartetto Cetra, Ennio Morricone...).
Completati con cura tutti i tasselli di un'operazione impegnativa
e ricca di dettagli: le (poche) partiture esistenti sono state riviste
al setaccio, altre scritte di sana pianta. Gli ascolti di una vita
hanno suggerito la chiave interpretativa ovvero il tentativo di
non fare ancora una volta soltanto "i Genesis al pianoforte",
ma qualcosa di più profondo. Una sorta di colonna sonora
di film immaginario dedicato ai ricordi collettivi di chi ha masticato
tutta la musica della storica band, periodi pre e post Gabriel compresi.
Nei mesi seguenti le sovraincisioni di un trio
di archi (Fabrizio Paoletti, violino, Giulia
Nuti, viola, Giorgia Pancaldi, violoncello)
e dei numerosi strumenti suonati dal fiatista Dario Cecchini
(flauti, sassofoni, clarinetto basso) – oltre all’arsenale
vintage di F. Gazzara ovvero organo Hammond, Mellotron e sintetizzatori
– hanno portato a termine l'album "Play Me My Song",
il cui titolo ricorda un verso del classico "The Musical
Box". Arrangiamenti fedeli alla struttura degli originali
ma senza eccessi di virtuosismo, velocità leggermente più
aggressive rispetto a quelle conosciute – per dare un senso
“live” al tutto, nella tradizione dei Genesis
dal vivo - e soprattutto la messa in risalto di parti nascoste
che a volte escono solo dagli ascolti in cuffia degli originali
rimasterizzati, sono alcuni dei tanti dettagli assegnati di volta
in volta a strumenti diversi.
Francesco Gazzara esegue dal vivo
l’intera tracklist del progetto - in ordine strettamente
cronologico – in un piano recital che è anche un profondo
viaggio acustico tra atmosfere oniriche e cinematografiche, con
un pizzico di campagna inglese nel mezzo. Ecco la tracklist: For
Absent Friends / Seven Stones / The Musical Box / Horizons / Watcher
Of The Skies / Time Table / Dancing With The Moonlit Knight / Firth
Of Fifth / After The Ordeal / The Cinema Show / The Chamber Of 32
Doors / The Lamia / Mad Man Moon / A Trick Of The Tail / One For
The Vine / Blood On The Rooftops / Duke's Travels / Duke's End |